In occasione della più recente edizione di Mecspe a Bologna, la redazione di Plastix ha dialogato, fra gli altri, con una realtà associativa che ha fra i suoi obiettivi primari la valorizzazione del ruolo e delle specificità della donna in un settore spesso declinato ancora al maschile, quale è quello delle materie plastiche.
di Roberto Carminati
La Piazza allestita a Mecspe 2025 dall’Associazione dei tecnici delle materie plastiche (TMP) è stata innanzitutto ed eminentemente «fatta di persone che hanno scelto di stare insieme e fare networking aprendosi al dialogo anche verso i potenziali competitor di mercato». A dirlo è stata la responsabile del controllo di gestione della milanese CB Brescianini, Clelia Petri, che alla fiera ha partecipato però anche in un’altra veste. Ovvero quella di vicepresidente – l’altra è la direttrice commerciale della padovana Fimic, Erica Canaia – dell’associazione Women in Plastics Italy, che è giunta a contare circa 120 iscritte (più alcuni uomini) e a godere del supporto di una dozzina di imprese.
A presiederla è Miriam Olivi, a sua volta impegnata come direttrice commerciale presso Frigosystem, con sede a Caronno Pertusella, in provincia di Varese. La redazione di Plastix ha incontrato Petri e Olivi nei padiglioni della manifestazione bolognese per andare alla scoperta delle caratteristiche e delle finalità di una community che può essere considerata al tempo stesso sia di genere e sia sui generis.
Le insostituibili

«Rappresentiamo una community», hanno esordito, «che è innanzitutto animata e spinta dalla voglia di fare. In Italia si è formata ufficialmente nell’ottobre dello scorso anno, ma all’estero sono già numerose e si stanno moltiplicando altre esperienze analoghe e omologhe. Abbiamo scoperto in questi mesi che nel mondo della plastica la presenza femminile è persino più folta e diffusa di quanto pensassimo, nonostante che molte di noi lavorino già da parecchio tempo nel settore. Possiamo dire che se un tempo eravamo delle monadi isolate, adesso siamo diventate un gruppo».
L’idea di inclusività è inevitabilmente alle fondamenta della missione che Women in Plastics si propone di attuare, focalizzandosi però parimenti sul ruolo femminile da un lato e dall’altro sui materiali che costituiscono a vario titolo la loro specializzazione. L’essere inclusive e l’essere sostenibili procedono in parallelo, nella convinzione che «promuovere le eguali opportunità» voglia dire al contempo promuovere tout court «il rispetto per le persone e per l’ambiente».
Le attività che l’associazione sta svolgendo, o si prefigge di svolgere, hanno a che fare con l’educazione e con la consapevolezza, ma ancora una volta i piani di lettura sono molteplici. C’è la presa di coscienza dell’importanza della donna in fabbrica, con tutto il suo bagaglio di irriducibili specificità; ma anche la volontà di far cultura sulla plastica e le «proprietà virtuose» che la rendono indispensabile.
Destinazione empowerment
Infine, ma non meno rilevante, Women in Plastics vuol mettersi in gioco incentivando il già citato networking e cioè «la creazione di relazioni che valorizzino i talenti», indipendentemente dal genere, e «permettano la realizzazione del sé tramite un confronto intergenerazionale aperto e costruttivo». Queste sono appunto le premesse; il resto è un intenso work in progress concentrato, sì, sull’oggi, ma pure fortemente orientato al futuro.
«La domanda che ci siamo poste da subito e continuiamo a porci», hanno riflettuto Miriam Olivi e Clelia Petri, «riguarda il come dar seguito al lavoro svolto sin qui e cosa fare ancora. Resta fermo il desiderio di conoscersi e riconoscersi, tenendo presente che al nostro interno non raggruppiamo solamente manager o figure apicali, bensì professioniste di qualunque livello. A beneficio di tutte vogliamo spingere sull’empowerment della donna in azienda, al di là della retorica delle quote rosa: preferiamo più fruttuosamente parlare del valore in rosa, proprio perché i valori tipici della donna non vengono sufficientemente evidenziati, nelle imprese.
È vero: in un ambiente ancora largamente al maschile, non è raro trovare donne che occupano ruoli di vertice o di elevata responsabilità in ambito commerciale. Ma soprattutto ai giovani e alle giovani deve essere trasmesso il messaggio che quello della plastica è un comparto affascinante e in grado di garantire opportunità molteplici, per esempio alle ragazze vocate alla manualità e alla tecnica».