Congresso TMP: un premio alla resilienza

Condividi

Così come molte altre, anche l’industria delle materie plastiche deve fare i conti con le criticità della geopolitica e dell’economia. Non per questo smette di innovare e guardare al futuro… e il congresso di TMP ne ha data dimostrazione col riconoscimento assegnato ai giovani laureati e diplomati

di Roberto Carminati

Per una volta, cominciamo dalla fine e, dunque, dalle battute conclusive della prima fase dei lavori del congresso annuale che l’Associazione dei Tecnici delle Materie Plastiche (TMP) e la rivista Plastix hanno organizzato sul finire di novembre tornando alla casa-base di Milanofiori. Perché in capo alle presentazioni della mattinata ha avuto luogo la consegna dei premi di laurea – da un biennio attribuiti anche alle ricerche svolte per il diploma agli iscritti degli ITS – riservati alle tesi ritenute di maggiore interesse per il settore. Poiché le difficoltà dell’industria nazionale – e non solo – sono ben note e sembra decisamente più opportuno prendere il via da chi al mondo della plastica può portare linfa nuova conducendo studi innovativi.

D’altra parte, la formazione e la sensibilizzazione dei giovani sono fra gli obiettivi primari dichiarati del mandato del presidente associativo Alan Catturini. Per quel che riguarda gli allori accademici, sul gradino più alto del podio si è piazzato Mirko Coser del dipartimento di Industrial engineering dell’Università di Trento. Coser ha realizzato il lavoro intitolato Development of thermoplastic carbon fiber reinforced composites with self-healing capability. Ha per questo sviluppato una PA6 rinforzata con fibre di carbonio con proprietà autoriparanti, grazie all’uso di copolimeri olefinici ciclici che permettono il recupero parziale delle proprietà del materiale vergine.

Alle sue spalle e per il dipartimento omonimo dell’Università di Padova si è classificato Niccolò Cenzato con la tesi Valorization of biopolymers waste through chemical recycling. Nella circostanza, il tesista ha studiato il riciclo chimico del PBAT tramite glicolisi, ottenendo precursori in forma liquida per produrre espansi poliuretanici dalle caratteristiche molto simili ai benchmark utilizzati.

Terza piazza per l’esponente della Scuola di Ingegneria industriale e dell’informazione del Politecnico di Milano: Alejandro Lopez Olmedo, intervenuto in videocollegamento da Bruxelles e autore di Repairing of woven glass fibre and Vitrimer matrix composites fractured in mode I and II. Ha cioè utilizzato polimeri vitrimerici nella produzione di laminati, dimostrando il loro potenziale come materiali per la riparazione dei danni da delaminazione e possibile soluzione per ridurre lo scarto dei componenti nei materiali compositi. La parola è quindi passata ai talenti diplomati presso gli ITS.

Il cielo è blu sopra le nuvole

In capo alle presentazioni della mattinata del Congresso TMP, ha avuto luogo la consegna dei premi di laurea – attribuiti anche alle ricerche svolte per il diploma agli iscritti degli ITS – riservati alle tesi ritenute di maggiore interesse per il settore

Una menzione ha riguardato qui Christian Sacchetti, della Fondazione Jobsacademy di San Paolo d’Argon in provincia di Bergamo, e, per la Fondazione ITS Nuove tecnologie della vita di Lainate (Milano), June Junior Buera. Il primo, durante gli stage annuali nei reparti di aziende del comparto delle materie plastiche, ha sperimentato le attività di progettazione, stampaggio, termoformatura e verifica dei manufatti prodotti. Il secondo ha invece lavorato sul finishing di polimeri fluorurati che trovano applicazione nell’ambito della produzione di energia elettrica a emissioni zero, tramite celle a combustibile con membrane a scambio protonico.

Tutti costoro hanno le carte in regola per rappresentare l’avvenire dell’industria tricolore della plastica; nella speranza che sia roseo e che insomma, per parafrasare i classici, oltre le nuvole splenda uno scintillante cielo azzurro. Perché, al contrario, il presente si dimostra irto di difficoltà e le criticità che si parano dinanzi alle imprese sull’accidentato cammino verso la transizione green ne sono solamente un esempio. Su di esse si è per esempio soffermato Paolo Falcioni, direttore generale della sigla Applia, che dà voce ai produttori di apparecchi domestici o professionali.

Il punto è che, sebbene il 20% circa delle home appliance sia costituito da plastica, non più dell’1% di questa viene dal riciclo e non certo per esclusiva responsabilità dei produttori. Negli anni, questi ultimi hanno preso parte a iniziative come la EU Plastics strategy, che puntava a far salire a 10 milioni di tonnellate i volumi del mercato europeo delle plastiche entro il 2025. E hanno collaborato a progetti che coinvolgono le stesse realtà del riciclo, quali PolyCE, senza tuttavia che gli interrogativi coi quali sono alle prese trovassero risposta.

Quantità, qualità e prezzi

Paolo Falcioni, direttore generale di Applia, sigla che dà voce ai produttori di apparecchi domestici o professionali

Sono sostanzialmente tre e il primo è dato dalla limitata disponibilità e solidità della supply chain del materiale riciclato. La risoluzione della problematica risiede, secondo Falcioni, nell’intensificarsi della collaborazione fra chi produce e chi invece, appunto, cura le fasi del riciclo. Sono necessari investimenti importanti in tecnologie di raccolta, selezione e riuso e naturalmente il concreto impegno delle aziende, finalizzato all’incremento del ricorso a materiali da riciclo nei processi manifatturieri. Sul tavolo c’è anche una questione di qualità, come anticipato: la si indirizza implementando standard continentali di tracciabilità degli articoli da riciclo e consolidando le attività di recupero dal packaging, pur se alla luce della rigorosità di normative quali Reach e Rohs.

Paolo Arcelli, direttore di Plastic Consult

Hi-tech e regolamentazioni giocano dunque qui un ruolo-chiave, laddove, per lavorare sui prezzi, è necessario mettere a punto modelli di business inediti e mirati, accompagnati auspicabilmente dal varo di opportuni pacchetti di incentivi fiscali. Se queste sono tuttavia le prospettive, l’attualità descrive la «sostanziale stabilità dell’utilizzo di riciclati da parte dei trasformatori nazionali nel 2023». E in parallelo «la secca riduzione tanto della domanda di termoplastiche vergini (-6% circa) quanto di quelle compostabili (-5,5%)».

Lo ha detto per Plastic Consult il direttore Paolo Arcelli, pronto altresì a far notare come nella Penisola l’adozione di plastiche post consumo sia salita soltanto dello 0,8% fra il 2022 e il 2023. Il 2024 non ha segnato un punto di svolta. Passata l’euforia per gli incentivi, ha rallentato l’edilizia mentre i beni durevoli – auto e bianco – o semidurevoli, come i mobili, non sono riusciti a lasciarsi alle spalle la crisi che li attanaglia ormai da anni. A dispetto della contrazione dell’inflazione e di una modesta ripresa della domanda, non si sono viste inversioni di tendenza di rilievo in alcuna delle principali economie europee, Italia e Germania in primo luogo.

L’accelerazione che non c’è

Persistono le complicazioni causate da un costo dell’energia che rimane al di sopra delle medie storiche e l’incremento delle esportazioni non basta per frenare «il deterioramento del saldo commerciale» del nostro Paese. Nei primi sette mesi dello scorso anno si sono impennate sia le importazioni di manufatti (160 mila tonnellate in più) sia quelle degli imballaggi: +30 mila t. Nonostante, infine, i tentativi di rimpiazzo dell’EPS, le confezioni hanno tenuto e si sono presentate come uno dei pochi segmenti in salute, unitamente a quelli del soffiaggio e dei grandi contenitori stampati in PE rigido e quelli del film retraibile o per l’imballaggio, indirizzato all’ambito del food.

Andrea Debernardis,responsabile per la componentistica di Anfia, l’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica

Si è avuto modo di far cenno anche al mondo automotive e di questo hanno argomentato da differenti punti di vista i portavoce di Anfia, che rappresenta la filiera delle quattro ruote in Italia, e della multinazionale dell’assicurazione sul credito Allianz Trade.

Per la prima, il responsabile per la componentistica Andrea Debernardis ha riferito che, a fronte di un aumento da oltre tre punti percentuali del fatturato (quasi 59 miliardi di euro), la crescita dei ricavi dell’industria si è ridotta rispetto al 2022. È risultato soddisfacente l’andamento dell’ingegneria e del design, dei modulisti e sistemisti; ha per converso sofferto la subfornitura. Di 438 imprese interpellate da Anfia (186 piemontesi), il 36% ha dovuto fare i conti con una flessione del volume d’affari: vero è anche che il 52% ne indicava una crescita.

L’export, perseguito dal 79% delle realtà indagate, incide sul business complessivo per il 46%; l’after-market entro il quale opera il 67% dei player vale il 29%. Soprattutto in Piemonte le aspettative per il futuro sono orientate al pessimismo. Confortante – in vista però di un’accelerazione della mobilità elettrica che ancora stenta a rendersi percepibile – è la versatilità dei fornitori. Il 72,7% è in grado di realizzare componenti per qualunque tipologia di veicolo e dunque indipendentemente dall’alimentazione; mentre è apparso in ascesa lo share degli specialisti delle tecnologie per gli EV.

E io (non) pago

Delle dinamiche delle autovetture ha trattato per Allianz Trade il senior economist Luca Moneta, evidenziando come al calo delle immatricolazioni totali non abbia sin qui fatto da contraltare un miglioramento delle vendite di motori green. Fa in parte eccezione la Cina che è anche la principale destinataria dei modelli sviluppati sul territorio europeo: là dove, cioè, si sono potute osservare vendite invariate di esemplari a batteria o ibridi in Francia; e un loro arretramento in Germania.

Luca Moneta, senior economist di Allianz Trade

Il periodo preso in esame è quello compreso fra i mesi di gennaio e agosto 2024; pietra di paragone lo stesso arco temporale, l’anno precedente. Le consegne di mild e full hybrid o di puri elettrici non si sono mosse neppure in Italia, ove ai primi è attribuibile una quota di mercato pari al 25% circa; ai secondi di meno del 5%; e dove le motorizzazioni ICE tradizionali pesano per il 70%. C’entrano i prezzi di vendita, in assenza di stimolanti agevolazioni all’acquisto; c’entra la quanto mai modesta diffusione dei punti di ricarica. In una nazione dalla superficie ridotta, come quella dei Paesi Bassi, se ne trovano cento ogni cento chilometri di rete viaria. Da noi – approssimando per eccesso – una decina. E poco meno di 20 mila sono concentrati in otto regioni: Lombardia, Veneto, Campania, Emilia Romagna, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Piemonte.

Il valore potenziale delle esportazioni dei costruttori auto tricolori è di 145 milioni di dollari; 161 milioni quello dell’indotto: inezie, se confrontate coi 2,6 miliardi dei servizi business e consumer o i 2,4 dell’agroalimentare. Inevitabile, per un analista impiegato presso una società di assicurazione del credito, soffermarsi sugli impatti che la generalizzata stagnazione sta sortendo sui pagamenti. Nel mondo auto i saldi stanno ritardando sempre più, soprattutto nel Regno Unito e in Germania (un tempo terra promessa per il rigore con cui si concludevano gli scambi commerciali), dove sono risalite ai livelli del 2009.

Ma l’innovazione non si ferma

Il trasporto privato ha goduto di spazi tanto ampi in occasione del congresso di TMP, perché è storicamente uno degli approdi privilegiati della produzione e della trasformazione di materie plastiche. In effetti, specie se ci si volge alla summenzionata area della ricarica dei veicoli elettrici, la ricerca pare continuare a guardare alle quattro ruote come a uno sbocco estremamente attraente.

Luca Sorrentino, sourcing raw material & general purchasing manager di Gewiss

L’esempio in tal senso è giunto da Gewiss che, per bocca del sourcing raw material & general purchasing manager Luca Sorrentino, ha affrontato la tematica dell’ecodesign nelle soluzioni elettrotecniche. Paradigmatica, da questo punto di vista, è l’esperienza compiuta con la linea dei cavi e prese di ricarica universali per EV I-Cord, corrispondenti agli standard internazionali IEC 62196-1 e IEC 62196-2; nonché idonee agli utilizzi conformi alla normativa IEC 61851.

Fra le prerogative degli articoli della gamma spiccano da un lato l’utilizzo di materiali sostenibili e, dall’altro, a monte, una progettazione tale da permettere la sostituzione dei componenti durante il ciclo di vita. E infine, la possibilità di disassemblarli completamente per riciclarli una volta giunti a “fine corsa”. Il progetto prevede la realizzazione di un’unica impugnatura che rispetti i limiti della spina e da utilizzare anche per la presa.

Tuttavia, secondo Sorrentino, l’expertise di Gewiss è tale da consentire di ipotizzare la creazione di un’impugnatura monoblocco con un sistema di pressa-ferma-cavo realizzabile attraverso una ghiera stringi-cavo. L’assieme della presa si distingue perché tutti i suoi elementi sono stati disegnati per essere agevolmente smontati e cambiati; l’assieme-spina per l’uso delle viti, sempre in vista del totale disassemblaggio, nell’accoppiamento fra cavi, spinotti e alveoli. Lo stesso spinotto di fase che, per vincoli normativi, presenta una parte terminale in poliammide sovrastampata, è comunque smontabile con un attrezzo opportuno a fine vita.

Non minore è l’attenzione all’accessoristica, poiché il marchio bergamasco ha introdotto una borsa portacavi interamente riciclabile e per il 68% composta da materiale riciclato. Il sistema presa-spina trifase è invece riciclabile al 72%; e al 19% fatto di materia da riuso; quello con spina monofase è riciclabile per il 69%; per il 21% frutto di riciclo, nel pieno rispetto dei dettami del verde e della circolarità.

La prossima edizione del Congresso TMP

Il congresso nazionale delle Materie Plastiche, organizzato dall’associazione TMP (Tecnici Materie Plastiche) e dalla rivista Plastix ha riscosso un importante successo di pubblico – oltre 400 visitatori registrati – grazie alla qualità degli interventi e all’autorevolezza dei relatori. La presentazione di numerosi casi applicativi, soprattutto per quanto riguarda i materiali, ha reso la giornata molto interessante.

L’invito è quindi quello di partecipare alla prossima edizione, la trentesima, che si terrà il 20 novembre 2025 sempre presso il Centro Congressi NH di Milanofiori, Assago (Milano). La partecipazione è gratuita previa registrazione sul sito: https://www.plastix.it/ (il modulo d’iscrizione sarà presto disponibile).

Ti potrebbero interessare

Ambiente

Microplastiche: meglio innovare che pulire

Negli ultimi anni sono state adottate diverse tecniche per ripulire mari e fiumi dalla plastica presente nelle acque, ma non sempre il rapporto costi/benefici si