Assemblea Anfia: trovare insieme la strada per affrontare la transizione

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Si è svolta nella mattina dell’11 dicembre, a Roma, l’assemblea pubblica 2024 dell’associazione Anfia, intitolata “Ritrovare la strada. Insieme per affrontare la transizione”. In tale occasione, è stata illustrata con puntualità e concretezza la complessità della situazione del settore automotive a livello sia europeo che italiano. Grazie anche allo studio condotto da Anfia con la consulenza di AlixPartners e con MIMIT, sindacati, regioni e Stellantis, è stato possibile fornire un quadro completo della situazione competitiva del nostro Paese, sia per la produzione di veicoli che per quella dei componenti, nei confronti delle principali nazioni automotive europee.

La sintesi dei lavori indica che occorre lavorare da subito su due piani ben distinti e tra loro interdipendenti: quello europeo e quello più specificamente nazionale.

Sul versante europeo si è ribadito il pieno supporto al non-paper predisposto dal governo italiano e ceco per ridisegnare in maniera efficace e credibile il percorso di transizione che porterà alla decarbonizzazione dei vettori energetici per i veicoli al 2035.

Per quanto riguarda il nostro Paese, a partire dall’analisi dello studio automotive si sono individuate alcune misure da implementare in maniera immediata a favore delle aziende della filiera, in particolare circa la riduzione del costo dell’energia per le imprese, un credito d’imposta per la ricerca e l’innovazione e misure specifiche di sostegno al settore dei veicoli commerciali leggeri, che, in Italia, ha un peso produttivo rilevante. Infine, bisogna urgentemente prevedere degli ammortizzatori sociali straordinari per i prossimi tre anni, perché, con la scadenza degli attuali, sono molte le aziende che rischiano di non aver alternative ai licenziamenti.

Tutto questo nella cornice delle raccomandazioni del Rapporto Draghi, con particolare riferimento ai capitoli dell’automotive e dei trasporti, una cui copia è stata distribuita ai partecipanti all’evento.

L’intervento del presidente di Anfia

Il presidente di Anfia, Roberto Vavassori

I lavori hanno preso il via con l’intervento del presidente di Anfia, Roberto Vavassori, dedicato ad analizzare il contesto attuale in cui opera l’industria automobilistica italiana, a partire da quattro fattori inscindibili e interconnessi: mercato, produzione, espansione cinese e regolamentazione europea.

“L’inestricabile dipendenza tra costruttori di veicoli e filiera dei componentisti impone di studiare soluzioni industriali nella chiave della competitività da ritrovare, in una cornice di aiuto fattivo e tempestivo a livello europeo secondo le linee indicate dal non-paper proposto in Europa dal nostro governo e da quello ceco”, ha dichiarato Vavassori. “Scelte sbagliate o intempestive o, ancor peggio, il rifiuto ideologico di ammettere che decisioni prese nel 2018 non stanno oggi conseguendo i risultati attesi, condannerebbero l’intero settore automotive europeo all’estinzione, vittima a livello mondiale con l’impossibilità di esportazione e a livello continentale con l’arrembante crescita dell’industria veicolistica cinese.

Ancora più complessa la situazione italiana, che vede la presenza di un unico costruttore di volume che deve ‘riappassionarsi’ in maniera razionale al nostro Paese, alla filiera dei suoi componentisti, ai suoi stabilimenti e mirare alla conquista di oltre un milione di consumatori che oggi scelgono vetture non prodotte in Italia”.

“La stella polare per la direzione verso la transizione è per Anfia costituita dalle linee guida contenute nel Rapporto Draghi, in particolare nella sezione relativa all’automotive e ai trasporti”, ha concluso Roberto Vavassori. “Stiamo ovviamente lavorando in maniera concreta e senza strilli con tutte le parti coinvolte perché il tavolo convocato dal MIMIT per il 17 dicembre prossimo si concluda positivamente”.

I risultati dell’analisi di settore

Evoluzione fatturato della filiera italiana componentisti auto, suddiviso per focus tecnologico (miliardi di euro). Il calo potrebbe essere significativo già nel 2025: -20% fatturato

Ha fatto seguito l’intervento del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha ripreso i principali punti della relazione del presidente di Anfia, confermando il suo impegno a gestire al meglio questa delicata fase per l’industria nazionale.

Nel successivo intervento, Dario Duse, partner & managing director, EMEA leader Automotive and Industrial di AlixPartners, ha illustrato i risultati dell’analisi settoriale “Piano per la competitività del settore automotive italiano”, condotta per Anfia e frutto dei lavori del Tavolo Sviluppo Automotive insediato al MIMIT.

Oltre a riportare un’analisi qualitativa della filiera della componentistica, evidenziando il trend dei volumi di fatturato e i rischi di perdita di posti di lavoro, lo studio traccia i possibili impatti della transizione sulla filiera a livello regionale, analizza i gap di competitività delle imprese italiane con i principali competitor – Spagna, Francia e Germania in primis – e identifica quattro aree d’intervento: produzione locale; competitività produttiva di OEM e fornitori; attrattività del Paese per gli investimenti e rinnovamento tecnologico del settore; riconversione e sviluppo occupazionale. Identifica inoltre alcune misure di sostegno per guidare e supportare l’evoluzione della filiera produttiva.

Nella seconda parte dell’evento, si è aperta una tavola rotonda moderata da Gian Luca Pellegrini, direttore di Quattroruote, in cui si sono confrontate le strategie e le politiche per il settore automotive a livello europeo. Insieme a Roberto Vavassori, hanno partecipato Marco Stella, presidente del Gruppo Componenti Anfia e vicepresidente CLEPA, Matthias Zink, presidente CLEPA e CEO Powertrain e Chassis di Schaeffler, e François Provost, Chief Procurement, Partnerships and Public Affairs Officer del Gruppo Renault.

La tavola rotonda finale

La tavola rotonda con (da sinistra): Roberto Vavassori (Anfia), Marco Stella (Anfia, Clepa), Matthias Zink (Schaeffler, Clepa) e François Provost (Renault)

Si è trattato di un confronto centrato su come salvare la filiera automotive europea agendo di concerto tra player del settore, governi, istituzioni europee e altri attori del sistema della mobilità. Mantenere e accrescere la competitività di un comparto che genera oltre 13 milioni di posti di lavoro in UE (includendo anche il mondo dei servizi) è un obiettivo comune, individuato e sviscerato anche dal report “The future of European competitiveness, pubblicato da Mario Draghi lo scorso settembre, che può essere fonte d’ispirazione per i futuri programmi dell’UE, in particolare in ambito automotive ed energia.

Tra i principali argomenti di respiro europeo e globale dibattuti durante la tavola rotonda vi era la preoccupazione per le norme CAFE (Corporate Average Fuel Economy), che, laddove si sforasse rispetto ai limiti emissivi stabiliti, dal primo gennaio 2025 porterebbero a multe intorno ai 15 miliardi di euro per i costruttori.

Si è discusso poi del non-paper presentato dal governo italiano e ceco – sui cui si sta cercando di costruire una maggioranza ampia di paesi europei – per modificare la traiettoria della decarbonizzazione, confermando gli obiettivi sempre più ambiziosi e sfidanti del 2035, ma evitando un approccio monotecnologico.

Sono seguite alcune riflessioni sul tavolo di coordinamento europeo sul settore automotive, che la presidente della Commissione UE Ursula Von der Leyen ha avocato a sé come responsabilità. Si è infine dibattuto su: confronto con il gigante cinese e il suo ruolo nel mercato europeo; investimenti della filiera europea in Nord Africa; innovazione dei prodotti e dei processi, nel segno di automazione e digitalizzazione, come arma vincente nel confronto competitivo globale e terreno d’incontro tra costruttori e fornitori.


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