Con la nuova One+400, Roboze propone una soluzione flessibile e affidabile, per la lavorazione di termoplastici avanzati mediante stampa 3D FFF. La macchina è in grado di gestire fino a 12 materiali diversi, inclusi PEEK, PEI e carbon PA (nylon 6 caricato con fibra di carbonio), polimeri particolarmente apprezzati nei settori medicale, aerospaziale, difesa, automotive… per la produzione di componenti tecnici.
Rispetto al modello precedente, la One, il nuovo è stato completamente reingegnerizzato. L’estrusore della One+400 non solo raggiunge temperature massime di 400 °C, ma è stato ridisegnato per evitare tutti quei fastidiosissimi difetti legati a fenomeni di filament jamming o di stringing. L’estrusore ovviamente non può essere l’unico fattore che rende possibile la stampa dei tecnopolimeri. Valutando altri dettagli connessi alle condizioni dell’ambiente all’interno della camera, all’elettronica e alla meccatronica della macchina, il team Roboze è riuscito a creare un’ottima soluzione per la gestione di questi materiali in fase di stampa. Nella pratica portare il materiale a una fase di rammollimento, infatti, non significa necessariamente riuscire a stamparlo.

La presenza di un secondo estrusore permette di costampare due polimeri contemporaneamente, oppure di produrre il supporto solubile o break-away in caso di geometrie estremamente complesse. Il piano di stampa riscaldato (in anticorodal 6082 con trattamento di satinatura) raggiunge 150 °C, permettendo così la stampa e la tenuta dei tecnopolimeri più complessi, garantendone stabilità termica e adesione.
Con il suo predecessore, Roboze One, il nuovo modello condivide la meccatronica legata alla movimentazione degli assi X e Y. Questa tecnologia, nota come Belt-Less System, è unica e brevettata dall’azienda barese, nota nel mercato per la sua capacità di progettare interamente ogni modello, ma anche perché ne produce internamente il 70% grazie alla dotazione di macchine CNC.