L’industria delle materie plastiche è colpita da una forte recessione causata da problemi persistenti, quali: l’aumento delle importazioni di plastica riciclata da paesi terzi, la riduzione degli investimenti nella produzione di materie prime interne e nel riciclo, la mancanza di domanda di plastica vergine e riciclata nell’UE.
Nonostante la significativa innovazione tecnologica degli ultimi anni, i nuovi dati di mercato mostrano un forte calo dell’industria della plastica vergine. In sintesi, la quota dell’Europa nella produzione mondiale di plastica è scesa dal 28% nel 2002 al 14% nel 2022, mentre la crescita della capacità di riciclo sta rallentando dal 16% nel 2021 al 6% nel 2023.
Di conseguenza, prendendo atto di tali dati del settore, lo scorso 17 dicembre diciotto stakeholder della filiera delle materie plastiche – tra cui le associazioni Agmpm, Amaplast, Anarpla, Assorimap, BVSE, EPRO, Eumeps, EuRIC, Fead, FedeRec, Gremi de Recuperació de Catalunya, PCEP, Plastics Europe, Plastics Recyclers Europe, Polish Recycling Association, Styrenics Circular Solutions, SRP, VinylPlus – hanno inviato un appello congiunto alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, chiedendo sforzi immediati per rafforzare l’industria europea della plastica e promuovere una filiera europea resiliente, innovativa e sostenibile.
L’appello congiunto
“Le importazioni incontrollate di materiali riciclati e di plastica vergine nell’UE rappresentano una sfida critica che richiede un’azione rapida”, scrivono nel comunicato. “Sebbene il commercio globale sia essenziale per garantire la prosperità dell’economia europea, le norme dell’UE in materia di ambiente, salute e sicurezza devono essere applicate a tutti i prodotti e materiali immessi sul mercato. Questa misura è necessaria per sostenere la competitività della filiera europea della plastica e stabilire condizioni di parità tra gli attori UE e quelli extra-UE. Al contempo, è essenziale affrontare i costi elevati dell’energia e garantire l’applicazione delle normative UE su tutti i prodotti e i materiali immessi sul mercato dell’Unione Europea, comprese le importazioni”.
“Dobbiamo affrontare con urgenza le attuali incertezze del mercato per prevenire un’ulteriore deindustrializzazione e creare un mercato unico per i rifiuti e la plastica riciclata”, dichiarano le 18 associazioni. “A tal fine, le migliori pratiche dovrebbero essere attuate in tutti gli Stati membri, dalla produzione e trasformazione alla raccolta, alla cernita e al riciclo, e queste dovrebbero essere accompagnate da chiare misure di applicazione per garantire i progressi verso gli obiettivi legislativi. Inoltre, l’istituzione di un sistema di incentivi a livello dell’UE per stimolare ulteriori investimenti, nonché di chiare misure legislative per incoraggiare soluzioni circolari, forniranno alla catena del valore della plastica la stabilità finanziaria necessaria per promuovere ulteriori innovazioni per l’industria e continuare a contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici”.
I diciotto stakeholder esortano quindi l’Unione Europea a promuovere l’economia circolare in Europa nella legislatura 2024-2029 e a rafforzare la competitività globale dell’UE. Senza un’azione decisa e mirata, l’Europa rischia di perdere la sua leadership nella produzione e nel riciclo della plastica, insieme all’ampia base industriale, mettendo a repentaglio l’attuazione del quadro giuridico ambientale 2030.