L’occasione era più che propizia. Per festeggiare il 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi, è andata in onda (metaforicamente, ma non solo, poiché tra i patrocinatori figurava pure la RAI), “Radio Design: l’evoluzione estetica degli apparecchi radiofonici”.
La mostra, ospite dell’ADI Design Museum di Milano (5-27 settembre 2024) e della Fondazione Cirulli di Bologna (4-31 ottobre 2024), illustrava la portata tecnologica, culturale e sociale di un prodotto che ha accompagnato la vita moderna attraverso più di 50 modelli provenienti dalla collezione privata di Davide Vercelli, designer e curatore.
Simbolo di modernità, strumento di propaganda, mezzo di intrattenimento e, oggi, dispositivo multifunzionale, lo strumento nasce a valvole e popolare: perché possa entrare nella quotidianità in Germania e in Italia come voce dei regimi è prodotta subito su scala industriale e a prezzo politico. La soluzione è ovviamente la plastica: inventata pochi decenni prima (nel 1907) da Leo Baekeland, la bakelite permette di ideare forme talora molto bizzarre, così come di imitare texture di materiali naturali.
L’era del design
Intorno alla radio sono poi sorti marchi leggendari come Brionvega, fondata nel 1945 come Vega per produrre componenti elettronici e che, nel 1961, ingloba il cognome del fondatore Ennio Brion. L’azienda realizzerà apparecchi mitici come Cubo (1964), di Marco Zanuso e Richard Sapper, in cui le due metà simmetriche unite da una cerniera accolgono altoparlante e comandi. Oppure la radio FD 1101 di Achille e Pier Giacomo Castiglioni (1968, in foto d’aperura, ndr), costituita da una ‘semplice’ scocca geometrica studiata per essere posizionata solidamente su tre lati: distesa, sul lato lungo o su quello corto.
Con i transistor la radio diventa leggera, portatile, giovane, colorata, come la materia plastica. Robusto, con finiture lucenti e cromie intense, l’ABS è il polimero ideale, che plasmerà le rotondità della Space Age e, più oltre, il postmoderno di Philippe Starck con la radio La La La (1996), per Thomson.
Ma non mancano le trasparenze: il polimetilmetacrilato (PMMA) è scelto per la copertura trasparente di Phonosuper SK55 (1963), apparecchio radio e giradischi disegnato da Dieter Rams e Hans Gugelot per Braun, oppure per le Radio Bag dei tardi Anni Settanta, shopper in acrilico con tasche che accolgono le batterie, il circuito, l’altoparlante e i fili. Il tutto a vista.