Uno studio dell’Università del Missouri, pubblicato sulla rivista Environmental Pollution, ha analizzato come forma, dimensione e densità delle microplastiche influenzino la loro velocità di affondamento, determinando così il loro movimento nelle acque piovane urbane. “Non tutte le microplastiche si comportano allo stesso modo nell’acqua”, spiega la ricercatrice Nasrin Alamdari.
Comprendere questi meccanismi è essenziale per prevederne i percorsi e per aiutare gli ingegneri a sviluppare metodi efficaci di cattura degli inquinanti. I ricercatori hanno utilizzato modelli per studiare il trasporto delle microplastiche nelle aree urbane durante le piogge e hanno scoperto che la forma è un fattore chiave: le particelle più piccole tendono a galleggiare, mentre quelle più grandi affondano più velocemente, influenzate da forma e flusso dell’acqua.
Oltre l’80% delle microplastiche in mare proviene da fonti interne, rendendo urgente l’individuazione di soluzioni a lungo termine. La presenza di superfici dure nelle città facilita il trasporto verso fiumi e laghi, con impatti negativi sugli ecosistemi e sulla salute umana. Per ridurre la dispersione delle microplastiche, Alamdari suggerisce l’uso di pavimentazioni permeabili, giardini pluviali e canali vegetati, che filtrino e trattengano le particelle prima che raggiungano gli scarichi urbani. La pendenza del suolo e la ruvidità delle superfici, inoltre, influenzano i movimenti delle microplastiche, offrendo agli urbanisti indicazioni preziose per progettare sistemi più efficienti e sostenibili.