Le imprese chimiche, nonostante la grave crisi che le ha pesantemente condizionate, si dimostrano ancora vitali. Negli ultimi tre anni, pur soffrendo la precarietà dei settori utilizzatori, il comparto ha mostrato maggiore solidità finanziaria: le sofferenze bancarie colpiscono solo il 5% delle imprese contro una media del 15% del manifatturiero in Italia. Le esportazioni crescono più della media, in particolare quelle della chimica fine e delle specialità, cuore dell’industria chimica italiana (+19% nel triennio).
Il difficile contesto non ha determinato flessioni nelle performance di sostenibilità delle imprese di Federchimica, che mantengono livelli di eccellenza: il settore ha migliorato la propria efficienza energetica del 45% e ridotto i consumi di energia quasi del 37% dal 1990 ad oggi. Grazie all’ottimizzazione dei processi produttivi e al miglioramento delle tecnologie utilizzate, le industrie chimiche in Italia hanno ridotto le emissioni in aria del 95% e in acqua del 65% negli ultimi 20 anni.

Inoltre, secondo i dati INAIL, la chimica è il settore manifatturiero più sicuro, insieme all’industria petrolifera (10,6 infortuni per un milione di ore lavorate), e detiene il primato assoluto nel conteggio delle malattie professionali: solo 0,22 su un milione di ore, cioè, una malattia professionale ogni quattro milioni e mezzo di ore di lavoro.
Nello stesso comunicato, Federchimica ha annunciato la riconferma alla presidenza di Cesare Puccioni, attualmente in carica, anche per il triennio 2014-2017. Il nome di Puccioni ha raccolto l’unanimità dei consensi nella votazione a scrutinio segreto della Giunta e sarà proposto per l’elezione all’Assemblea della Federazione, il prossimo 23 giugno.