Per essere competitivo c’è chi punta su nuove competenze. LAM ha scommesso sull’inietto-compressione, tecnologia che utilizza per la produzione in serie di una botola per il tetto di alcuni modelli di veicoli agricoli CNH. Un passo importante per l’azienda modenese che, totalmente priva di esperienza nello stampaggio a iniezione delle materie plastiche, circa un anno fa, ha deciso di lanciarsi in un progetto complesso. «Ammetto che sarebbe stato molto più semplice rivolgerci a un subfornitore che già stampava per noi una botola simile, ma abbiamo deciso di mantenere il completo controllo della produzione. Acquisire esperienza nello stampaggio è diventata quindi una scelta obbligata», racconta a Plastix Davide Malagoli, direttore generale di LAM.
Linea ad alta produttività
La botola è un monolite (peso 4,1 kg) in policarbonato trasparente di colore verde chiaro con protezione agli UV. Il particolare design che integra la cerniera permette di ridurre considerevolmente le fasi di montaggio, che si limita al fissaggio degli angolari. «L’elevato costo dello stampo è quindi compensato dalla diminuzione dei tempi di lavorazione e del costo della manodopera, oltre che dall’aumento della produttività: infatti, ne realizziamo circa 12.000 all’anno», continua Malagoli.
Parallelismo perfetto delle colonne
La parte viene stampata da una pressa Engel dalla forza di chiusura di 1.500 tonnellate, dotata del sistema Coining Expert, un modulo per inietto-compressione integrato all’interno del sistema di controllo CC 300, che permette di controllare il parallelismo dello stampo in fase di inietto-compressione grazie alla gestione autonoma di ognuna delle quattro colonne. La macchina è inoltre dotata di un gruppo di plastificazione con vite specifica per la trasformazione del policarbonato.
«Per ottimizzare la gestione della produzione abbiamo acquistato anche un gruppo di plastificazione completo per lo stampaggio di altri tipi di materiali, caricati e non. Il nostro obiettivo, infatti, è di saturare la capacità produttiva della macchina. E, da questo punto di vista, siamo già a buon punto», conclude il manager.
Indubbiamente è stato un investimento notevole ma, in poco più di un anno, LAM sta raccogliendo i primi frutti. Osare, quindi, paga.