Ha un’apertura alare di 3 metri, un peso di soli 15 chilogrammi e raggiunge una velocità di oltre 150 miglia orarie. È il più grande, veloce e complesso aeromobile a pilotaggio remoto (UAV) dimostrativo stampato in 3D per l’80% mai realizzato prima d’ora. Dopo aver unito le proprie forze per progettarlo e produrlo, Aurora Flight Sciences e Stratasys l’hanno presentato in questi giorni Dubai International Airshow.
Secondo Dan Campbell, ingegnere aerospaziale e ricercatore presso Aurora Flight Sciences, il progetto è riuscito a centrare diversi obiettivi: «Primo tra tutti dimostrare al settore aerospaziale come sia possibile passare rapidamente dalla progettazione alla costruzione, e quindi al battesimo dell’aria di un aeromobile sfruttando le potenzialità della stampa 3D».
«È la dimostrazione delle capacità esclusive che la produzione additiva può offrire al settore aerospaziale», commenta Scott Sevcik, responsabile senior dello sviluppo delle attività nel campo aerospaziale e della difesa, soluzioni verticali di Stratasys.

«Su un singolo aeromobile sono stati utilizzati diversi materiali e tecnologie di stampa 3D congiuntamente, per massimizzare i vantaggi dell’additive manufacturing e fabbricare parti strutturali leggere e al contempo resistenti senza i consueti vincoli dei metodi di produzione tradizionali. Ciò ha permesso di sviluppare in modo economico un velivolo personalizzato – o specifico per una determinata missione – senza i vincoli di costo della produzioni in volumi ridotti», sostengono in Aurora Flight Sciences. Altro dettaglio importante, la tecnologia 3D, capace di supportare senza problemi rapide iterazioni di progettazione, ha permesso ai tecnici di tagliare del 50% i tempi di progettazione e costruzione del velivolo.
La tecnologia giusta per ogni componente
«L’UAV di Aurora dimostra come la tecnologia FDM (modellazione a deposizione fusa) sia in grado di creare strutture cave completamente chiuse meno dense rispetto ad altri metodi di produzione, rivelandosi quindi ideale per gli elementi strutturali di grandi dimensioni», spiega Sevcik. «Abbiamo invece deciso di utilizzare la sinterizzazione laser e il nylon per realizzare il serbatoio del carburante, mentre l’ugello direzionale di scarico è stato stampato in 3D in metallo per resistere alle temperature estreme tipiche del motore. Poiché Stratasys è in grado di soddisfare i requisiti relativi a fiamma, fumo e tossicità stabiliti dall’FAA, Ultem™ è divenuto il materiale per la stampa 3D di scelta per molti clienti del settore aerospaziale per applicazioni di produzione finale», continua.
Per Sevcik, questo progetto di collaborazione con Aurora ha conseguito uno degli obiettivi più importanti per i costruttori del settore aerospaziale: la necessità di ridurre il peso. «In aria, sull’acqua o sulla terra, i veicoli leggeri utilizzano meno carburante, e questo permette alle aziende di ridurre i costi operativi, ma anche l’impatto ambientale. Inoltre, impiegando solo l’esatto materiale necessario per la produzione si dovrebbe abbassare il costo di acquisto, eliminando sprechi e riducendo gli scarti di lavorazione e i costi di riciclaggio» conclude.