Presentata il 27 ottobre da SolidWorld Group (ticker S3D), presso il Polo tecnologico di BIO3DModel e Bio3DPrinting a Barberino Tavarnelle (Firenze), Electrospider è la prima biostampante 3D in grado di replicare tessuti cellulari umani.
L’obiettivo finale di Electrospider è quello di arrivare a ricreare complete e complesse strutture di interi organi impiantabili per un avanzamento tecnologico importante a salvaguardia e beneficio della vita umana. Permetterà infatti di studiare campioni di tessuti complessi e multicellulari ricreati da cellule di pazienti, consentendo così lo svolgimento di test senza effettuare prove dirette sul paziente.
“Siamo entusiasti e orgogliosi d’introdurre ufficialmente Electrospider nel settore medico italiano”, ha sottolineato Roberto Rizzo, presidente di Solidworld Group. “Siamo dunque impazienti di vedere come l’innovazione di Electrospider contribuirà a migliorare la ricerca medica e la qualità della vita dei pazienti. È sicuramente un passo avanti importante nella medicina rigenerativa e nella biofabbricazione, che combina la più avanzata tecnologia 3D di generazione del digital twin di un tessuto, od organo complesso, con l’innovazione della creazione del biological twin dello stesso”.
La storia di Electrospider
Completamente sviluppata in Italia, in quanto progettata e realizzata da Bio3DPrinting – business unit medicale controllata da SolidWorld Group – Electrospider, partendo dalle cellule del paziente, è in grado di ricreare parti di tessuto e costrutti cellulari alla base di strutture organiche. Rappresenta in tal modo l’innovazione perfetta per supportare la ricerca cosmetica e farmacologica, la ricerca in campo oncologico, dei vaccini e delle cure per malattie genetiche, nonché le pratiche pre-operatorie di chirurgia ricostruttiva.
L’idea progettuale della macchina nasce da Giovanni Vozzi – professore di bioingegneria elettronica e informatica sia al Dipartimento d’Ingegneria dell’Informazione sia al Centro di ricerca E. Piaggio dell’Università di Pisa – che ne ha brevettato il sistema su scala mondiale prima che venisse acquistato da Bio3DPrinting. L’azienda controllata da SolidWorld Group ha quindi assunto il ruolo di spin-off all’interno dell’Università di Pisa realizzando il primo modello di biostampante 3D, successivamente presentato con il nome di Electrospider al Congresso di Biofabbricazione di Montecatini nel 2022. Oggi, grazie al suo sistema d’estrusione dalla naturale forma ad aracnide, dal quale deriva il nome commerciale, la macchina è in grado di rilasciare materiale organico sul piano di stampa riproducendo lo stesso flusso di lavoro di una comune stampante 3D. Strato dopo strato, la biostampante riproduce porzioni di tessuto umano “vivo”, sviluppato da cellule coltivate in vitro ed estratte direttamente dal paziente sottoposto a intervento, o da soggetti donatori. Tale operazione riduce drasticamente i tempi d’attesa per il materiale impiantabile, nonché i rischi connessi a rigetto, consentendo l’analisi approfondita dei campioni così raccolti per studi e ricerche in vari settori.