La nuova stazione di servizio Q8 sulla Via Ardeatina a Roma è la prima al mondo a sperimentare l’asfalto con Gipave, un supermodificante polimerico contenente anche grafene e plastica da recupero.
I lavori di pavimentazione, che hanno interessato un’area complessiva di 2.000 metri quadrati, hanno permesso di recuperare una tonnellata di plastiche riciclate altrimenti destinate alla termovalorizzazione. Grazie al mancato incenerimento, si è stimato un risparmio di circa 82 chilogrammi di CO2eq. Inoltre, l’aumento della vita utile della pavimentazione con Gipave, rispetto a una con bitume tal quale, permetterà un’ulteriore riduzione delle emissioni di CO2eq fino al 70%.
Chi produce Gipave
Gipave è stato sviluppato dal produttore di additivi e tecnologie per asfalto Iterchimica in collaborazione con il produttore di grafene Directa Plus, G.Eco (Gruppo A2A), che ha fornito la plastica post consumo, e l’Università degli Studi di Milano Bicocca che si sta occupando dell’intera analisi ambientale. La domanda di brevetto italiano della nuova tecnologia (depositata a fine 2017) ha avuto esito positivo ed è attualmente in corso di approvazione anche nell’Unione europea.
Chi ha utilizzato Gipave
Dal 2018 ad oggi questa tecnologia brevettata è stata utilizzata in dieci campi prova realizzati sia in Italia sia all’estero. Le sperimentazioni in Italia hanno riguardato, tra le altre, una taxiway dell’aeroporto di Roma-Fiumicino dedicata ai velivoli intercontinentali, una taxiway dell’aeroporto di Cagliari-Elmas, la SP 03 Ardeatina a Roma, la Strada Provinciale 35 Milano-Meda e la SP62 nei pressi di Laimburg (BZ). Inoltre, Iterchimica ha donato il prodotto e la tecnologia Gipave per il fondo stradale lungo 1.067 metri del nuovo ponte di Genova San Giorgio.All’estero Gipave è stato sperimentato nel Regno Unito, più precisamente sulla Main Road a Curbridge nell’Oxfordshire e a Dartford nel Kent.
Tutti i test finora effettuati da università e laboratori certificati hanno confermato gli ottimi risultati in termini di performance dell’asfalto, già riscontrati in tre anni di ricerca e sviluppo in laboratorio. I dati su strada convalidano l’aumento della resistenza ai cicli di carico, la capacità di sopportare le escursioni termiche e hanno dimostrato che la tecnologia utilizzata consente di migliorare i parametri relativi all’ormaiamento. La maggiore resistenza permetterà di ottenere pavimentazioni che durano più a lungo rispetto a quelle realizzate tradizionalmente.