Etichettatura ambientale degli imballaggi. Facciamo chiarezza

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Il 26 settembre 2020 è entrato in vigore il decreto legislativo 3 settembre 2020, n. 116, che recepisce la direttiva UE 2018/851 sui rifiuti e la direttiva (UE) 2018/852 relativa agli imballaggi e ai rifiuti di imballaggio. La norma introduce due importanti novità:
• l’etichettatura ambientale degli imballaggi diventa obbligatoria e dovrà essere attuata sulla base di quanto disposto dalle norme UNI;
• i produttori, definiti dall’art. 218, lettera r del Decreto legislativo 152/2006 come “i fornitori di materiali di imballaggio, i fabbricanti, i trasformatori e gli importatori di imballaggi vuoti e di materiale di imballaggio”), sono obbligati a indicare la natura dei materiali di imballaggio utilizzati.

L’obbligo di etichettatura ambientale

La formulazione dalla nuova norma ha destato dubbi interpretativi, in particolare in merito ai contenuti da riportare in etichetta, i soggetti obbligati, le tempistiche concesse per l’esaurimento scorte degli imballi in magazzino e il perimetro dell’obbligo. Non da ultimo pure le tempistiche per conformarsi all’obbligo e come comportarsi per il prodotto destinato all’estero preoccupano gli operatori. Anche perché sono cospicue le sanzioni in caso di inadempienza: da 5.200 a 40.000 euro.

Per questa ragione Conai ha avviato una consultazione pubblica che ha portato alla redazione di Linee Guida sull’etichettatura ambientale degli imballaggi. Il documento è frutto di un confronto serrato fra tutti gli attori principali del comparto, a cominciare dall’Istituto Italiano Imballaggio per arrivare a UNI, Confindustria, Federdistribuzione e numerose Associazioni industriali, di categoria e territoriali. Un contributo fondamentale per un documento che vuole essere la risposta di un sistema al problema delle zone d’ombra e di poca chiarezza con cui l’obbligo di etichettatura ambientale degli imballaggi spaventa le aziende del nostro paese, proponendo un’interpretazione della norma condivisa.

A questo link le Linee guida

Il documento è stato sottoposto alle Istituzioni, anche per portare alla loro attenzione punti sui quali si auspicano opportuni chiarimenti. Per potersi adeguare correttamente, inoltre, è già stata richiesta l’introduzione di un adeguato periodo transitorio.

Le Linee Guida, intanto, offrono già un quadro che identifica non solo le informazioni minime da riportare sull’etichetta ambientale, ma anche quelle facoltative. E lo fa anche attraverso esempi concreti che illustrano le modalità attraverso cui apporre un’etichetta ambientale a diversi tipi di pack, differenziati per destinazione d’uso (B2B e B2C) e per composizione (monocomponente o composto da più componenti separabili manualmente).

Un webinar per saperne di più

L’argomento è decisamente complesso e dibattuto. Per fare maggiore chiarezza sull’argomento, Conai ha organizzato un webinar che ha visto il coinvolgimento dei principali attori della filiera come l’Istituto Italiano Imballaggio, Confindustria, UNI, Federdistribuzione.


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