Davide Bonfadini di Haitian MM Italy: “Nuove sfide dopo l’anno del record”

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Novità importanti sul mercato italiano per il marchio Haitian. Dall’inizio del 2022, infatti, le presse a iniezione del costruttore cinese vengono distribuite nel nostro paese (e in Romania) anche da Haitian MM Italy, la nuova società fondata e guidata da Davide Bonfadini, che ormai quindici anni fa aveva introdotto i prodotti del colosso asiatico in Italia. Nel quartier generale di Brescia – recentemente ultimato – che si sviluppa su una superficie di 4.000 metri quadrati, l’azienda curerà vendita e assistenza tecnica, grazie a una squadra di circa venti persone che in questi mesi si sta completando con nuovi profili, ma che può già contare su figure di grande esperienza come il responsabile commerciale Italia Carlo Frigerio e il responsabile commerciale Key account Bruno Dal Lago.

Spazi nuovi e adatti a gestire il flusso di macchine provenienti dalla Cina, considerando anche le tecnologie per la pressofusione, il magazzino ricambi e le attrezzature. Insomma, per potenziare a tutto tondo il servizio. «Si tratta di un passaggio importante e affrontato in perfetta sinergia con la casa madre, che in questi anni non ha solo visto il mercato italiano nascere ed espandersi con numeri in continua crescita, ma ha percepito anche un cambio di passo verso l’approccio al marchio, sempre più percepito come affidabile e competitivo» afferma il CEO Davide Bonfadini. «I tempi, quindi, erano maturi per questo passo, con cui contiamo di fornire a al brand una visibilità ancora maggiore grazie alla nuova società creata ad hoc per concentrarsi esclusivamente sull’offerta Haitian per lo stampaggio dei termoplastici».

Quali sono i presupposti che vi hanno portato a questa scelta?
I numeri raggiunti, così come la creazione di Haitian MM Italy – dove MM significa Moulding Machine – sono la dimostrazione di un rapporto di fiducia che abbiamo costruito negli anni con il brand e con la clientela. Un lavoro che ci ha portati a vendere nel 2021 ben 520 presse a conferma della possibilità di consolidare un ruolo ormai riconosciuto dal mercato, in termini sia di offerta sia di rapporto con la clientela, che oggi apprezza sempre più la crescita qualitativa di tutto il catalogo e il servizio di assistenza post-vendita. È una sfida che ci responsabilizza, in quanto siamo oggi l’unico distributore al mondo che potrà utilizzare il marchio Haitian pur rimanendo un’azienda indipendente, con la possibilità di gestire il loro mercato più importante a livello europeo.

Com’è stato quindi il 2021, dal punto di vista commerciale?
L’anno scorso ha permesso a tutti i maggiori player di conseguire prestazioni nelle vendite forse irripetibili per molto tempo. Ma, nel nostro caso, va detto che anche nel 2020 Haitian ha potuto contare su 260 macchine installate in Italia, grazie alla possibilità di servire diversi comparti dello stampaggio tecnico e quindi di non dipendere in modo condizionante dalle fortune o dai cali di un solo settore. I nostri numeri, infatti, sono frutto di collaborazioni crescenti con clienti specializzati nella produzione di commodities, dispositivi medicali, packaging e componenti per l’automotive. L’ampio e diversificato portafoglio delle nostre macchine, infatti, consente di conquistare quote di mercato nei diversi settori.

Quali punti di forza hanno contribuito alla crescita delle vendite?
Il prezzo competitivo che, con tutta evidenza, è stata la chiave del primo successo sui mercati europei oggi non è più l’unico fattore di scelta. Le nostre macchine sono ormai state provate sul campo da centinaia di clienti che le riconoscono come performanti e affidabili, e rappresentano un’alternativa credibile a chi, invece di investire su soluzioni più costose, compreso il servizio, può svecchiare o aumentare il parco macchine aziendali con maggiore facilità. Oggi che gli scenari di mercato sono completamente cambiati rispetto a quelli di vent’anni fa, con le tecnologie che vengono superate in tempi molto più brevi rispetto al passato, Haitian rappresenta una scelta forte di “pressa commodity”. Mi si perdoni il paragone: nel mondo dell’auto esisteranno sempre vetture di lusso e più costose, ma per molti può valere la pena di scegliere delle affidabilissime utilitarie che, oltre a costare meno e durare nel tempo, sono anche tecnologicamente evolute.

E come si presenta il 2022?
Dopo la pandemia, anche la situazione legata al conflitto tra Russia e Ucraina, al netto della drammaticità degli eventi, aggiunge incognite a una situazione già difficile. Anche se, dal punto di vista puramente economico e con particolare riferimento al nostro settore, l’impatto maggiore è quello legato alle forniture energetiche più che alla vendita di macchine e prodotti per la plastica, perché quello russo è un mercato molto chiuso. Guardando alla carenza di materie prime, fortunatamente possiamo contare sull’organizzazione della produzione di Haitian, che essendo completamente realizzata in Cina non risente di particolari problematiche. Se le criticità della logistica portano a qualche ritardo delle consegne, i magazzini del gruppo in Germania hanno la capacità di colmare anche questa difficoltà, supportandoci in caso di bisogno.

I vostri prodotti hanno fatto da apripista a molti marchi cinesi e asiatici approdati in Europa…
Certamente in questi anni Haitian ha aperto per prima i mercati dell’Europa alle presse cinesi e da questa porta sono entrati diversi operatori capaci di conquistare, con politiche basate sul prezzo, piccole quote sottraendole a noi come a tutti i principali marchi. Il nostro vantaggio, però, è quello di poter offrire un servizio tecnico e di ricambistica che oggi gli altri competitor del far east non possono vantare. Da oltre un decennio questo è un plus sul quale possiamo contare con certezza. I numeri prodotti negli ultimi anni ci permettono di occupare quote di mercato impensabili fino a poco tempo fa, a cui però si accompagna reputazione: anche i player più consolidati in Europa, oggi ci guardano con la dignità dovuta a un concorrente vero e non a un disturbatore momentaneo.

Ritiene che le vendite subiranno un forte calo al termine degli incentivi 4.0?
Le agevolazioni hanno sicuramente alzato le vendite ben oltre le medie annuali. Prevedibile, quindi una sorta di ritorno alla normalità, anche se vedo ancora margini di crescita: il mercato non è saturo, in quanto il parco macchine di moltissime aziende ha ancora un’età media elevata. Il nostro primo trimestre mostra un buon andamento e, al netto delle variabili che sappiamo caratterizzare i mercati di questo periodo, credo ci siano tutti i presupposti per fare bene. Certamente, rispetto a paesi economicamente molto più solidi, chi opera in Italia non deve far mai mancare un po’ di creatività, che significa capacità di organizzarsi senza attendere gli interventi strutturali della politica, cercando di curare il rapporto con il cliente caso per caso.

Il vostro sistema di interconnessione sarà ancora basato sulla piattaforma Icon?
La collaborazione non solo continua, ma verrà rafforzata per offrire questo pacchetto Industria 4.0 in tutta Europa, nell’ottica di mantenere il vantaggio competitivo che ci vede non solo proporre un macchinario, ma un’isola produttiva perfettamente interconnessa. Icon è una soluzione chiavi in mano anche per aziende più piccole e meno strutturate e comprende server, un software gestionale di semplice utilizzo, router per la teleassistenza e, per le presse non dotate di interfaccia OPC, anche di un modulo in grado di elaborare i principali parametri di funzionamento da trasmettere al MES. Quest’ultimo è il vero cuore del sistema, capace di creare una vera smart factory a misura di settore plastico, essendo in grado di gestire l’intero processo del reparto di stampaggio e le sue aree critiche: produzione, controllo qualità e consumi. Sotto il profilo della tracciabilità, inoltre, Icon permette l’abbinamento di un codice identificativo a ogni pezzo o lotto prodotto utilizzando una semplice stampante.


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