“Lasciamo il 2023 con uno sguardo all’incertezza”, ha dichiarato a fine anno Paolo Galassi, presidente di API, l’associazione delle piccole e medie industrie di Milano, Monza, Pavia, Lodi e Bergamo, aderente a Confartigianato Imprese. “L’instabilità geopolitica, i tassi che frenano l’accesso al credito (e, quindi, gli investimenti), la recessione di alcune economie, la volatilità dei prezzi e gli anni di crisi sono tutte zavorre che pesano sulle spalle di noi piccoli e medi imprenditori”.
I numeri dell’indagine di fine 2023
Tramite la consueta indagine congiunturale, l’ufficio studi di API ha infatti raccolto il “sentiment flash” delle PMI associate, che, alla domanda: “Come avete chiuso il 2023?”, hanno risposto in modo positivo per il 42% e in negativo per il 31%, mentre il 27% ha preferito non rispondere.
Alla domanda: “2024, i prossimi mesi saranno caratterizzati da…?”, emerge incertezza per il 54%, contrazione per il 24%, crescita solo per il 22%.
Perché? Il 47% è timoroso riguardo alla debolezza economica di alcuni paesi (dalla recessione tedesca, al rallentamento della Francia, fino a quello USA); il 22% sta affrontando la transizione energetica, digitale o ecologica (quindi con investimenti importanti); il 16% non trova personale qualificato e, quindi, deve rinunciare ad alcune commesse con conseguente perdita di fatturato; l’8% sta valutando la vendita dell’azienda; il 7% ha risposto “non so”.
L’export extra UE regge soprattutto per la meccanica di precisione, il lusso e i prodotti di alta qualità made in Italy.
Le conclusioni del presidente di API
“Con queste premesse, dobbiamo urlarlo: se l’Italia è ancora una potenza produttiva a livello europeo e mondiale, lo dobbiamo alle MPMI e alla nostra capacità d’imprenditori di credere nel fare impresa”, ha sottolineato Paolo Galassi. “Anche stavolta, quindi, non ci fermeremo e faremo la nostra parte per far crescere il PIL e stabilizzare l’occupazione. Vanno però create condizioni più favorevoli per fare impresa”.
“Chiediamo quindi uno sforzo a Regione Lombardia sulle iniziative di sostegno e stimolo agli investimenti e uno sulla manovra del Governo nazionale, accelerando sui decreti attuativi per sostenere l’industria”, ha aggiunto il presidente di API. “Ma anche di osare con le riforme e usare i fondi del PNRR che ancora abbiamo a disposizione con azioni di reale utilità, che ne moltiplichino il valore. Sì, proprio perché è dalla concretezza del fare quotidiano delle imprese e dei loro lavoratori che si generano benefici per i cittadini e un futuro per i giovani”. “Senza pragmatismo il Paese si ferma”, ha concluso Paolo Galassi.