L’ultima indagine congiunturale svolta dal Centro Studi MECS riferita al primo semestre del 2021 riscontra una progressione a due cifre per fatturato e ordini dei costruttori italiani di macchine per plastica e gomma aderenti all’associazione di categoria Amaplast. Si consolida quindi il clima di fiducia rilevato nei primi mesi dell’anno, dopo il lungo periodo di difficoltà dovuto alla pandemia. Infatti, rispetto al periodo gennaio-giugno 2020, la variazione di fatturato è pari al +11%. In particolare, si mantiene alto il livello delle vendite domestiche di macchinari, mentre oltreconfine risulta robusta soprattutto la domanda di ricambi.
Sempre nei primi 6 mesi del 2021 le aziende associate hanno registrato una decisa risalita del portafoglio ordini, pari al +46% rispetto all’anno scorso. La ripresa è figlia soprattutto delle rilevanti commesse di impianti da parte di clienti italiani (con un poderoso +134% segnato nel solo ultimo trimestre), ma molto positiva è anche la tendenza degli ordinativi raccolti all’estero, sia per i macchinari sia per la ricambistica (+58%). Alla luce di questo trend, i mesi di produzione assicurata sono in media 6,4.
Il rimbalzo del mercato interno conferma così la maggiore propensione agli investimenti da parte delle aziende nazionali, stimolata anche dagli incentivi (credito di imposta per l’ammodernamento degli impianti e per gli investimenti in tecnologie 4.0) previsti dai piani di politica industriale.
Continuano a mostrare vivacità tutti e quattro i più importanti settori di impiego delle macchine per plastica e gomma. In particolare, medicale imballaggio e automotive evidenziano segnali di crescita che i prossimi mesi dovranno confermare mentre si stabilizza il comparto edilizia.
Rimangono però le incognite legate alla diffusione della variante Delta e, soprattutto, le preoccupazioni per gli ancora alti livelli dei prezzi delle materie prime nonché la relativa scarsa disponibilità, fattori che comportano un allungamento dei tempi medi di consegna e una riduzione dei margini. Ad aumentare le tensioni, non rallenta la corsa al rialzo dei noli marittimi, arrivati a livelli record; le difficoltà logistiche e i rincari delle spedizioni si verificano in tutti i quadranti geografici e non è escluso che questa tendenza possa proseguire nel corso dell’estate, poiché in questa stagione in genere aumenta la domanda.
Lo stesso Centro Studi MECS ha terminato l’elaborazione dell’IndagineStatistica Nazionale, svolta per la prima volta in forma organica tra le aziende italiane costruttrici di macchine, attrezzature e stampi per plastica e gomma. Il quadro di sintesi descrive un settore che nel 2020 ha generato un fatturato di 3,74 miliardi di euro, realizzato all’estero per una quota che sfiora il 76% del totale, confermando quindi la storica propensione all’export delle imprese del comparto. Le quasi 350 aziende censite – che occupano poco più di 13.000 addetti – sono concentrate soprattutto in Lombardia (55% del totale), Emilia-Romagna (15%), Veneto (13%). Si tratta perlopiù di piccole realtà: infatti, circa il 74% delle imprese realizza meno di 10 milioni di euro di fatturato, per un valore complessivo che non raggiunge un quarto del totale, con una minore propensione all’export. Parallelamente, le aziende di grandi dimensioni, pur costituendo solo il 26% del totale, generano il 77% del fatturato e raggiungono quote export superiori all’85%.
Il maggiore livello di analisi dell’Indagine – rispetto alle stime del passato – consente di delineare anche le quote di produzione per applicazione e per tecnologia. Il primo indicatore evidenzia che è l’imballaggio il primo mercato di riferimento dei costruttori italiani e più nello specifico quello alimentare (30% del fatturato) seguito dagli altri segmenti di packaging (12% circa); l’automotive assorbe il 19% della produzione e l’edilizia l’11%; con quote dal 4 al 2% sul totale seguono, a scendere, il medicale, l’agricoltura, l’elettronica/elettrotecnica e le altre applicazioni.
Quanto alle tipologie di macchinari, si osserva che è la categoria degli estrusori, con il 17% del totale, a rappresentare il nucleo più consistente del fatturato totale di settore; a seguire, gli ausiliari con il 12%, le macchine a iniezione con l’11% e le soffiatrici con quasi il 7%. Gli impianti per il recupero/riciclo e la macrocategoria dei macchinari per gomma sfiorano ciascuna una quota del 6%.