Che cos’hanno in comune Martin Luther King, i fratelli Wright e Apple? Il modo di pensare, agire e comunicare, che nei grandi leader ispiratori delle masse è regolato da una logica “perché-come-cosa”. Uno schema cognitivo opposto a quello comune, uno schema che – secondo l’antropologo britannico Simon Sinek – ha radici profonde nel cervello umano, la cui struttura è organizzata in tre componenti principali che collimano con quello che lui chiama “il cerchio d’oro”. La parte più esterna di tale struttura, che corrisponde al “cosa”, è la neocorteccia: la parte del cervello che regola il pensiero razionale e analitico, e il linguaggio. I cerchi più interni, quelli del “come” è del “perché”, rappresentano invece il sistema limbico, che controlla i comportamenti, le emozioni e le decisioni, ma non il linguaggio.
Quella giusta è quella del leader ispiratore, che sviluppa un discorso, un’idea o un progetto sempre partendo dalla parte giusta, dal perché. Sembra banale, ma non sapendo perché fate qualcosa come potreste riuscire a indurre qualcuno a credere in voi, a comperare un vostro prodotto o, più importante, a essere parte di ciò che fate?
Alla base dell’approccio sviluppato da Sinek ciò che viene “comperato” non è il cosa si fa, ma il motivo per cui si fa. Consideriamo, per esempio, una qualunque azienda del comparto delle materie plastiche. Come la maggior parte delle imprese e delle persone, comunica seguendo un approccio classico, ovvero: “Facciamo macchine fantastiche (cosa). Ben progettate, bassi consumi, precise, veloci (come). Volete acquistarne una?”. Informazioni vere, ma l’idea non attira. Diverso invece l’approccio di un leader ispiratore: “La nostra sfida è rendere le aziende più competitive (perché). Crediamo nell’innovazione e nella sostenibilità, e puntiamo sulle soluzioni market oriented (come). Per questo costruiamo ottime macchine (cosa)”.
Se siete diffidenti, pensate che è lo stesso approccio seguito dal colosso Apple, nato come produttore di computer e diventato poi un trendsetter nei lettori di MP3, nella telefonia mobile e nei tablet. “In tutto ciò che facciamo crediamo nella sfida dello status quo – dicono in Apple –. Crediamo nel pensare diverso (perché). Puntiamo sulla semplicità e l’intuitività di utilizzo (come). Per questo facciamo computer fantastici (cosa)”. E l’approccio funziona. Le persone che si riconoscono nella “sfida allo status quo” vogliono comperare Apple indifferentemente dal prodotto: non comprano il “cosa”, ma il “perché”.
La legge della diffusione dell’innovazione ci dice che l’accettazione di massa di un’idea si ottiene quando si raggiunge il 15-18% di penetrazione del mercato. Un’azienda, dunque, con chi dovrebbe voler fare business? Non con chiunque abbia bisogno del suo prodotto, ma con chi crede in ciò in cui lei stessa crede – gli innovatori e gli utilizzatori precoci –, perché sono quelli che l’aiuteranno a smuovere le masse, e quindi a continuare a essere leader.