In Italia, quattro shopper su dieci non rispettano le norme del 2018. È quanto emerge dall’ultima relazione della Commissione Ecomafie.
La legge che vieta i sacchetti di plastica monouso (shopper) non biodegradabili è in vigore dal 2018 ma, ancora oggi, 4 sacchetti su 10 in commercio non rispettano le norme, alimentando di fatto non solo un mercato illecito, ma anche una fiorente attività della criminalità organizzata.
È quanto emerge dall’ultima relazione presentata a Roma dalla Commissione Ecomafie, secondo la quale l’utilizzo di shopper illegali, oltre a permettere guadagni a quello che rappresenta un mercato parallelo, è sfruttato dalla criminalità per imporre una vera e propria forma di “pizzo” nel controllo del territorio.
Secondo il presidente della Commissione Stefano Vignaroli: «Con l’impegno delle forze dell’ordine e di Assobioplastiche, che grazie anche alla sottoscrizione di protocolli d’intesa ha permesso a Carabinieri e Polizie locali di ampliare i controlli nei loro ambiti di competenze, questa illegalità sta gradualmente diminuendo e sempre più operazioni hanno portato a sequestri di materiale in aziende che producevano in maniera illegale. Il lavoro delle istituzioni sta quindi portando risultati, permettendo di ridurre significativamente il fenomeno».
A produrre questi sacchetti, hanno scoperto in diversi casi gli inquirenti, non sono solo piccoli laboratori clandestini, ma anche alcuni siti produttivi specializzati in trattamento di plastiche biodegradabili e compostabili, quindi in possesso di tutte le autorizzazioni.