La costituzione di un’economia circolare virtuosa, in grado di generare sviluppo, opportunità d’impresa e di lavoro su scala nazionale. Di questo e altro si è parlato oggi nel corso degli Stati Generali della Green Economy 2015, che si stanno svolgendo a Rimini.
Walter Facciotto, direttore generale CONAI, è intervenuto alla Tavola Rotonda “La nuova economia dei rifiuti. Soluzioni industriali e prospettive verso l’economia circolare”, focalizzando l’attenzione sul ruolo dei sistemi collettivi nella transizione verso l’economia circolare. Il Consorzio, infatti, gioca un ruolo centrale in questo tipo di economia, garantendo da oltre 15 anni la valorizzazione e l’avvio a riciclo dei rifiuti di imballaggio. Ne è tra i protagonisti più attivi, portando importanti benefici sociali, economici ed ambientali al Sistema Paese.
Secondo il Rapporto di Sostenibilità 2014 di CONAI il recupero e l’avvio a riciclo dei rifiuti di imballaggio ha generato benefici economici diretti nel 2014 pari a 891 milioni di euro, tra valore della materia prima seconda generata, valore economico dell’energia prodotta, e indotto economico generato dalla filiera. Benefici che sono ampiamente superiori ai costi sostenuti dal sistema, pari a 477 milioni di euro.
Nel 2014 la quota di rifiuti di imballaggio avviata a riciclo si è ulteriormente consolidata e ha raggiunto il 77,7% dell’immesso al consumo, per un totale di 9,2 milioni di tonnellate. Un risultato che va ben oltre i target di legge e che mostra una progressiva crescita negli anni: nel 1998, primo anno di attività del Consorzio Nazionale Imballaggi, due imballaggi su tre erano conferiti in discarica, mentre oggi lo sono solo due su dieci.
Nel 2014 il riciclo e il recupero degli imballaggi ha evitato:
- il consumo di 3,3 milioni di tonnellate di materia prima, in crescita del 10% rispetto al 2013. In particolare, è stata risparmiata la produzione di nuova materia prima equivalente a 1,2 miliardi di bottiglie in vetro da 0,75 litri, di 300 milioni di risme di carta in formato A4, di 30 milioni di pallet in legno, di 8 miliardi di flaconi di detersivo in PET, di 1 miliardo di lattine da 33 cl in alluminio, e dell’equivalente in peso di 665 Frecciarossa (ETR 1000) per l’acciaio;
- la produzione di circa 18 TWh (un terawattora è pari ad 1 miliardo di kwh) di energia primaria, cui si aggiungono 0,6 TWh prodotti a partire dalla valorizzazione degli imballaggi;
- l’emissione di 3,5 milioni di tonnellate di CO2, equivalenti a quanto prodotto da 500.000 autovetture con una percorrenza media di 30.000 chilometri.
Crescono gli occupati
L’aggiornamento del Rapporto di Sostenibilità ha calcolato anche l’impatto sociale dell’industria del riciclo, laddove si contano 18.000 addetti impiegati nella sola gestione dei rifiuti di imballaggio, di cui il 59% opera nei servizi di raccolta differenziata e il restante 41% nei servizi di preparazione al riciclo. Ampliando invece il perimetro anche all’industria del riciclo, gli occupati, secondo le ultime rilevazioni, salgono a circa 37.000 unità.
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