di Giovanni Lucchetta, Università di Padova
Le negoziazioni finali per il primo trattato delle Nazioni Unite sull’inquinamento da plastica sono previste per la fine di novembre. L’Intergovernmental Negotiating Committee (INC) on Plastic Pollution è un comitato istituito dalle Nazioni Unite con l’obiettivo di negoziare un trattato internazionale legalmente vincolante per affrontare l’inquinamento da plastica. Il mandato del comitato prevede di sviluppare un accordo globale entro il 2024 che copra l’intero ciclo di vita della plastica, dalla produzione al riciclo e alla gestione dei rifiuti.
L’INC riunisce rappresentanti di governi, esperti tecnici, organizzazioni non governative, il settore industriale e altri portatori d’interesse, al fine di trovare soluzioni globali all’inquinamento da plastica, inclusa la riduzione dell’uso di plastica, la promozione dell’economia circolare, il miglioramento delle infrastrutture di gestione dei rifiuti e la prevenzione della dispersione della plastica nell’ambiente.
Tra gli obiettivi principali del trattato, spicca la volontà di ridurre la produzione di plastica vergine, incoraggiare il riutilizzo e promuovere il riciclo. Il documento stabilisce principi guida come la responsabilità comune ma differenziata (che implica che tutti i paesi condividano la responsabilità di affrontare l’inquinamento, ma con oneri diversi a seconda delle loro capacità e del loro contributo al problema), il principio del “chi inquina paga” e la promozione della sostenibilità, tenendo conto delle diverse esigenze, capacità e livelli di sviluppo dei paesi.
Un punto centrale riguarda l’eliminazione graduale dei prodotti di plastica considerati problematici, come quelli monouso e di breve durata, e la regolamentazione delle microplastiche intenzionalmente aggiunte. Inoltre, il trattato prevede misure specifiche per ridurre l’uso di sostanze chimiche pericolose contenute nei prodotti in plastica, garantendo una gestione sicura e sostenibile di questi materiali lungo l’intero ciclo di vita.
Collaborazione e coordinamento internazionale
Un altro aspetto cruciale è la cooperazione e il coordinamento internazionale: solo attraverso uno sforzo collettivo sarà possibile affrontare la natura transfrontaliera dell’inquinamento da materie plastiche. Il trattato promuove anche sistemi di responsabilità estesa del produttore per migliorare la raccolta e il riciclo dei rifiuti plastici, rendendo i produttori maggiormente responsabili della gestione dei loro prodotti una volta che questi diventano rifiuti.
L’attenzione alla trasparenza, al monitoraggio e alla tracciabilità è un altro elemento chiave, con meccanismi previsti per garantire che le parti condividano dati sull’uso della plastica e sulle strategie per ridurne l’impatto. L’obiettivo è di raggiungere un equilibrio tra l’utilizzo sostenibile delle materie plastiche e la protezione dell’ambiente, assicurando che la plastica continui a svolgere il suo ruolo essenziale nella società, ma senza causare danni irreparabili all’ecosistema globale.
Al momento, l’ultima bozza del trattato non chiarisce se le microplastiche secondarie siano effettivamente incluse e come verrà affrontato questo tipo di inquinamento. Le microplastiche secondarie, prodotte dalla degradazione di oggetti come tessuti, pneumatici e vernici, rappresentano una delle principali fonti d’inquinamento da microplastiche. Il testo finale del trattato dovrebbe includere tutte le microplastiche e prevedere azioni contro ogni tipo di inquinamento plastico. Le azioni previste dovrebbero includere il monitoraggio ambientale e gli inventari delle emissioni per informare le politiche locali pertinenti, l’installazione di tecnologie di cattura nelle reti fognarie e per le acque piovane e investimenti in soluzioni di “chimica verde” per produrre prodotti che rilascino meno materiali plastici. Un trattato privo di tali passi definitivi sulle microplastiche fallirebbe nel raggiungere il mandato stabilito dalle Nazioni Unite.
(Editoriale tratto dalla rivista Plastix n. 8, novembre 2024)