Dal suo debutto del 1 agosto nelle sale americane (da noi è arrivato il 22 ottobre), il film Guardiani della Galassia (Guardians of the Galaxy) ha raggiunto traguardi da capogiro al boxoffice, toccando i giorni scorsi i 765 milioni di dollari su scala mondiale. Un successo ottenuto anche grazie a effetti speciali e scenografie hi-tech. In particolare, per realizzare vari oggetti di scena, inclusa l’armatura indossata da Korath, il personaggio interpretato da Djimon Hounsou, FBFX Ltd (uno dei principali fornitori di costumi e oggetti di scena) ha utilizzato la tecnologia Objet500 Connex di Stratasys. Come ha spiegato Grant Pearmain di FBFX, «È stata la prima volta che abbiamo prodotto un costume indossato in un film stampandolo in 3D». La stessa tecnologia è stata utilizzata anche per produrre il memorabile elmo di Star Lord indossato dall’attore Chris Pratt. Sono stati creati in 3D diversi prototipi, nonché versioni realizzate mediante pressofusione a vuoto con stampo stampato in 3D. Il costume finale indossato nel film presenta dettagli interni ed esterni stampati in 3D nel materiale VeroGray di Stratasys.
Tempi di lavoro dimezzati
Secondo Pearmain, la tecnologia di stampa 3D ha portato la sua azienda in una nuova dimensione, soprattutto per quanto riguarda la qualità e i tempi di realizzazione rispetto ai metodi tradizionali, che richiedevano la produzione di modelli in argilla. A evidenziare il rapido avanzamento della tecnologia digitale nelle attività di FBFX, l’azienda ora utilizza la stampa 3D nel 90% dei propri progetti: un salto notevole rispetto al 10% circa di soli tre o quattro anni fa. «La tecnologia PolyJet di Stratasys offre un livello di qualità con un’alta precisione dei dettagli che è superiore a qualsiasi altra cosa oggi disponibile. Non dobbiamo più affrontare problemi di ripetibilità, come le differenze di competenze tra un artigiano e l’altro. Sappiamo esattamente come sarà l’oggetto stampato in 3D, indipendentemente da quanti oggetti produciamo» spiega. «Complessivamente, stiamo accorciando i lead time di almeno il 50%, una risorsa preziosa quando si lavora ad un film. Una maggiore velocità ci permette una grande flessibilità nella sperimentazione di cose nuove, ma anche di soddisfare le richieste improvvise dei registi per provini con le telecamere».
Flussi di lavoro ottimizzati anche a distanza
Per Pearmain, la capacità offerta dalla stampa 3D a vari team in Paesi diversi di lavorare sullo stesso progetto è un’ulteriore dimostrazione dei suoi vantaggi in termini di miglioramento dei processi. «Ci capita spesso di ricevere file digitali da concept designer di Los Angeles che poi finalizziamo e stampiamo in 3D tramite la nostra agenzia di servizi IPF, con la quale abbiamo collaborato in una serie di film importanti» spiega. «Analogamente, potrebbe capitarci di inviare file con il concept al team laggiù, da perfezionare e restituirci per la stampa che verrà eseguita qui. Il punto centrale è quindi poter lavorare rapidamente e senza intoppi, cosa che ancora una volta ci aiuta a risparmiare tempo».
«L’alta qualità e precisione dei dettagli, che è possibile conseguire grazie alla risoluzione degli strati da 16 micron delle nostre stampanti 3D basate sulla tecnologia PolyJet, permettono di realizzare oggetti di scena perfettamente funzionali con un realismo senza precedenti, aspetto che assieme alle elevate velocità di produzione di queste stampanti contribuisce a soddisfare due dei prerequisiti più importanti richiesti da aziende come FBFX» conclude Simon Brandon, Marketing Manager di Stratasys nel Regno Unito.